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AVERSA. Guerra tra clan baresi, due arresti per un omicidio del 2004

AVERSA. Fu la risposta a un agguato di mafia avvenuto solo tre giorni prima. La guerra era quella che insanguinò Bari tra metà anni ’90 e metà anni 2000. Lo hanno stabilito le indagini dei carabinieri del comando provinciale che, ad Aversa (Caserta) e Lecce, hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse del gip del Tribunale Francesco Agnino, su richiesta dalla direzione distrettuale antimafia (pm Renato Nitti), nei confronti di Giorgio Martiradonna, 49enne, presunto mandante, e Roberto Boccasile, 34enne, tra i presunti esecutori materiali responsabili dell’omicidio di Vito Romito, 18enne, avvenuto nel quartiere San Paolo il 30 novembre del 2004. Un delitto che si inquadrerebbe nella feroce contrapposizione per la primazia nella gestione delle attività illecite tra il clan Capriati, cui Martiradonna e Boccasile facevano parte, ed il clan Strisciuglio, al quale era vicina la vittima. Il provvedimento restrittivo è stato adottato in base agli elementi raccolti nel corso di un’indagine, riaperta nel giugno 2017 a seguito delle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia e conclusa nel settembre del 2019 dal Nucleo Investigativo sempre con il supporto di numerosi nuovi ‘pentiti’. Le indagini hanno fatto emergere come l’agguato fosse stato deciso da Martiradonna, uomo di vertice del clan Capriati, operativo tra l’altro nella città vecchia di Bari, quale risposta all’omicidio avvenuto il 27 novembre di Antonio Fanelli, detto ‘salzizz’, 34enne anch’egli appartenente ai Capriati.

Pubblicato il 04-03-2020

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