CASERTA. Provincia ancora profondamente segnata dalle infiltrazioni della camorra. E’ questo il quadro che emerge dalla relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sulle attività svolte dalla Direzione investigativa antimafia nel primo semestre del 2015. la provincia di Caserta continua caratterizzarsi per la persistente influenza criminale dei Casalesi. I vertici della cosca, sebbene colpiti da provvedimenti cautelari, sarebbero stati comunque sostituiti nelle posizioni di comando da giovani leve. “A questo si aggiunga che l’organizzazione può ancora contare su consistenti patrimoni illeciti – si legge nella relazione – ciò nonostante è costante il crescente numero di affiliati che scelgono di collaborare con la magistratura e questo è sicuramente letto come un segnale di difficoltà del sodalizio. Recenti attività investigative confermano inoltre che tra i punti di forza dei gruppi casertani rimane la capacità di incidere sulla realtà settori economici ed istituzionali. Sono infatti ricorrenti vicende giudiziarie che evidenziano casi di condizionamento degli appalti pubblici, dello sviluppo edilizio e della gestione del ciclo dei rifiuti… Le dinamiche criminali del territorio continuano ad essere segnate dall’attivismo del gruppo Schiavone che si distingue rispetto alle famiglie Zagaria, Iovine e Bidognetti per una maggiore capacità militare.Il gruppo è stato oggetto nel marzo 2015 di un’operazione di polizia che ha permesso di ridisegnarne l’organigramma. Il clan Bidognetti continuerebbe ad operare nella gestione delle attività della zona di Villa Literno senza creare situazioni di conflittualità con gli altri gruppi criminali.. Nel capoluogo invece si registra l’influenza del clan Belforte”.