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Casertana, adesso 14 finali da giocare

CASERTA (Enzo Toscano). Naturalmente la gara è impressa nella mente, sto parlando dell’ultimissima gara interna dei rossoblù del Signor Romaniello, contro i salentini giallorossi, usciti indenni da una trasferta che per loro era importante, quanto vitale per i casertani. Sull’1-1 poco da dire se non la conferma di un periodo di involuzione del gioco spettacolare dell’undici di Terra di lavoro, vera sorpresa della prima parte del campionato fino all’infelice partita di Foggia, spartiacque tra quella straordinaria squadra che aveva portato sulla decina i punti di vantaggio sulla seconda e quella attuale, frenata ed involuta. Ma partiamo un attimo dal finale dello scorso campionato. La Casertana di Sasà Campilongo forte di un invidiabile stato di forma purtroppo arrivato al top solo in vista dell’ultimo chilometro, riusciva a raggiungere i playoff per la promozione in B, dietro una Salernitana ormai irraggiungibile. Sappiamo che il sogno fu troncato al cospetto di un Matera bestia nera e benvoluta dalle fortune velate. Il campionato di grazia 2015/16 pareva impostata su un programma di tranquilla salvezza, ma agli occhi disincantati di chi vede calcio da ormai mezzo secolo, la rosa pareva di notevole qualità, forte di goleador provati quali Alfageme, De Angelis e Negro, piedi buoni come quelli di Agyei e Mangiacasale, cursori come Capodaglio e un numero uno di esperienza come Raffaele Gragnaniello. Il tutto sotto la guida di un giovane e poco conosciuto mister quale Nicola Romaniello, dalle potenziali qualità. Le prime dodici giornate tranne una imbarcata a Cosenza (1-2 frutto più di attacco di sonno che di carenze di gioco) sono una esplosione di risultati positivi conditi da un gioco da far deliziare il palato anche ai più ritrosi ed ipercritici tifosi, con l’apice di un 4-0 ad Agrigento e gli sportivissimi tifosi siciliani tutti in piedi ad applaudire a fine gara ed il 2-0 al blasonato Catania. Gioco di prima con possesso di palla, il tutto accuratamente fatto con la sfera a pelo di erba, niente lanci a perdere, movimenti continui e sfruttamento delle fasce; tutto quello che si insegna nella teoria della scuola calcio. La Casertana, regina del campionato meridionale e principessa di gioco, diviene nel periodo prenatalizio l’oggetto di ammirazione di molti addetti ai lavori. Seppur con poca convinzione (primo addebito critico del sottoscritto), viene abbandonato l’obiettivo salvezza e si inizia a parlare più o meno di promozione (oibò, con 9 punti di vantaggio…). Arriva in diretta tv Raisport quella fatidica gara di Foggia, con i satanelli indiavolati nella rincorsa, caricati come la molla di una balestra. Li per la prima volta si vede una Casertana totalmente involuta, timorosa, inconcludente, letteralmente in balia dei pugliesi che chiudono sul 2-0 una gara che potevano portare ad un risultato tennistico. Inizia così questo periodo di avvento, con sempre più punti persi, due pareggi interni ed una sconfitta maturati con una squadra dal gioco divenuto confuso, più per un raggiungimento di salvezza che da dominatrice del campionato. Non più gioco corto, ma difesa e continui lanci a scavalcare, quasi tutti naturalmente persi, tipici di chi è senza forze e idee e si affida alla sorte e benevolenza della Dea Eupalla.  Si parla di stanchezza o di contromisura degli avversari, due tesi che mi trovano in opposizione in quanto il gioco lo determina sino a prova contraria chi è leader non l’avversario. La società intanto si muove con ottimo tempismo e nel mercato di riparazione arrivano ottimi elementi come Jefferson, Matute (qui nutro dubbio), Potenza, Giannone, Bonifazi e rientra Marano. Una buona panchina lunga, per poter fare tirare il fiato a chi rimasto senza benzina e gettare forze fresche. La gara casalinga con il Lecce, importante anche per le frenate delle inseguitrici, regala le stesse negative critiche e risultanze. Giocatori imballati e gioco confuso; il Lecce pareggia e ringrazia. Romaniello deve adesso seriamente riflettere e ripensare al suo bel gioco della prima parte; ai rossoblù quattordici partite da giocare come una finale, con scontri diretti e sfide incrociate. Già da domenica una gara dura ed ardua in quel di Matera. I tifosi casertani si augurano una sterzata; il sottoscritto, brizzolato e veterano di ben due promozioni in B della beneamata (anzi tre considerando anche quella poi tolta a tavolino con conseguente guerra del pallone del 1969), pretende in virtù del diritto di anzianità a vedere la squadra nuovamente in B. Gli anni passano…

Pubblicato il 01-02-2016

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