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CELLOLE. Minacciò tecnico davanti ai carabinieri, condannato titolare caseificio

CELLOLE – Minacciò il tecnico del Consorzio di bonifica che si era recato sul suo fondo con i carabinieri a controllare i danni provocati dalla opere di sbancamento del terreno alla canalette che trasportano l’acqua per l’irrigazione dei campi. Per questo motivo il giudice monocratico del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CASERTA) Giovanni Caparco ha condannato a sei mesi di carcere per resistenza a pubblico ufficiale, con pena sospesa, Carlo Cilento, titolare nel comune di Cellole di un importante caseificio industriale per la produzione e la vendita della mozzarella di bufala campana dop, esportata in tutto il mondo.
La sentenza è stata emessa qualche mese fa ma se n’è avuta notizia oggi. I fatti risalgono al 23 agosto 2018, quando il
tecnico del Consorzio Aurunco di Bonifica fu inviato presso uno dei terreni di Cilento per verificare i danni prodotti dalle opere di sbancamento del fondo realizzate dall’imprenditore alle canalette dell’acqua, poste su area demaniale attigua al fondo di Cilento ad oltre mezzo metro di altezza, quindi pienamente visibili. Secondo quanto emerso dal processo, basato sulla denuncia dei carabinieri, Cilento colpì il tecnico del Consorzio, in quel frangente incaricato di pubblico servizio, con una manata alla spalla sinistra e lo minacciò. “Vattene dalla mia proprietà – intimò Cilento – oggi ti va bene che ci stanno i carabinieri, sennò finiva diversamente. Ma poi ci vediamo…”.
Il pm aveva chiesto dieci mesi di reclusione. Cilento è stato invece assolto per il danneggiamento dei 240 metri di canaline, che hanno creato disagi agli agricoltori della zona in quanto, secondo il giudice, i danni sarebbero frutto di imperizia da parte di chi eseguì lo sbancamento, e non sarebbero stati voluti intenzionalmente dall’imprenditore; vi sarebbe stata dunque solo colpa nella realizzazione dei danni, e non dolo come richiede la norma penale che contiene il reato di danneggiamento. Alla fine il Consorzio, che non si è costituito in giudizio per richiedere eventuali danni, ha riparato a proprie spese le canalette. Cilento, nel 2019, incappò anche in un’indagine dei carabinieri del Nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale relativo a reperti archeologici trafugati durante altri lavori di sbancamento fatti su un terreno attiguo alla via Domiziana, nel corso dei quali emersero dal sottosuolo pezzi dell’Appia antica e altri reperti romanici, di cui Cilento si sarebbe indebitamente appropriato; il terreno è tuttora sequestrato e il procedimento è in ancora in corso.

Pubblicato il 08-01-2021

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