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Cgil, Flai e ALPAA al fianco degli operatori del settore bufalino

CASERTA – La CGIL di Caserta, la Federazione agroalimentare della Flai e l’associazione ALPAA esprimono sostegno e solidarietà agli operatori del settore bufalino impegnati a contrastare il proliferare della brucellosi nelle aziende zootecniche del territorio casertano, rilanciare un piano di vaccinazioni e nel contempo occupati a tutelare l’enorme patrimonio economico/finanziario della mozzarella di bufala campana – che incide in maniera rilevante sull’intero comparto agroalimentare regionale e nazionale – evitando eventuali speculazioni di tipo commerciale.

Da tempo ormai si assiste ad abbattimenti massivi di animali che, dichiarati inizialmente infetti, dalle analisi post-mortem risultano sani nel 95% dei casi, diventando quindi utilizzabili per il consumo umano.

Un strategia di contrasto alla brucellosi errata in tutti i suoi aspetti che non ha fatto altro che umiliare un’intera filiera e gettare nella disperazione chi di ne è protagonista, in modo particolare quelle realtà che con fatica cercano di operare stando nel solco della legalità in un contesto territoriale non dei più semplici.

Queste azioni hanno portato alla chiusura di 300 aziende sul territorio casertano, dando un colpo pesante  ad una filiera che rappresenta un’eccellenza e vanto per l’intero territorio con drammatiche conseguenze. Enormi sono state le ricadute negative sotto il profilo occupazionale , con centinaia di lavoratori altamente professionalizzati espulsi da un  segmento al quale, da sempre, hanno dato un apporto indispensabile.

Grande è l’apporto numerico dei lavoratori agricoli impiegati nella suddetta filiera: quasi il 40 per cento infatti lavora nelle aziende bufaline e tra essi si riscontra il dato più alto di occupazione stabile rispetto all’intero settore agricolo generale.

“Come CGIL Caserta, FLAI e ALPA condividiamo gli obiettivi che l’ampio Coordinamento  si è dato in questa vertenza: immaginiamo una forte sinergia tra le parti in modo da implementare e strutturare una idea di filiera fatta di legalità, trasparenza e diritti per i lavoratori del comparto. Infine, consapevoli che la mozzarella di bufala DOP è la terza più venduta al mondo, con un indotto economico miliardario, chiediamo proprio a protezione del marchio  una maggiore osservanza del disciplinare di produzione, aumentando e rafforzando la tracciabilità del latte, per evitare che la filiera subisca il sospetto di utilizzo di materiali provenienti dall’estero non in linea con lo stesso disciplinare”, scrivono in una nota.

Pubblicato il 06-06-2022

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