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Dream, esce il nuovo lavoro di Giò Vescovi: note d’Africa e suoni raccolti per strada

CASERTA – “Dentro la mia bolla continuo a far scorte d’aria creando nuovi spazi, perché certi varchi vanno lasciati aperti al viaggio dell’anima” 

E’ l’incipit della presentazione del nuovo album del cantautore e bluesman Giò Vescovi, siciliano di nascita, casertano di adozione:

“Le mie radici affondano nella splendida terra di Sicilia. Nel 1968 mi trasferisco a Caserta, iniziando subito un percorso che mi porterà, alla fine degli anni 80, sulla strada del Blues, dopo aver attraversato quasi tutti i generi musicali. Negli ultimi anni ho condiviso il palco con Paul Young, Sherrita Duran, Tony Coleman, Nick Becattini, Los Pacaminos, Marco Zurzolo, Pietro Condorelli, Antonio Onorato, Ernesto Vitolo”.

Il nuovo lavoro di Vescovi, Dream, è un viaggio tra riflessioni personali e fotografie del presente; una lunga ricerca tra ritmi moderni e la raffinata ricerca di arrangiamenti dai modi gentili e mai invadenti.

Vescovi vive con le sue emozioni. La sua musica è qualcosa che parte da dentro e affiora suonando e materializzandosi tutto intorno. La musica è quella della strada, sporca, impolverata, sudata, disidratata, vissuta e scevra da quei stilemi classici e dai dosaggi esatti che non gli appartengono.

I brani che compongono questo lavoro, sono stati pilotati da svariati input musicali e da ispirazioni tendenti al folk, blues, chill-out, pop, rock, dark, world e “ventilate arie” dal sapore barocco.

Composizioni molto intime, che raccontano le esperienze dell’artista (come un pò di tutti noi), i suoi percorsi, le sue vittorie e i suoi momenti negativi, senza tralasciare quelle emozioni provate durante la quotidianità.

Questo, e tanto altro, in un progetto iniziato quasi un anno fa, che usa come addendum il Mediterraneo, la parte nord dell’Africa e la regione del Sahel con la sua savana per l’esattezza, luoghi, d’altro canto, sempre presenti negli album precedenti, e che rappresentano di netto, i ricordi della sua adolescenza, i fallimenti e le piccole rivalse.

L’autore si immerge totalmente nel tema dell’amore, della consapevolezza dei rapporti umani che “ammuttanu” (spingono) tutti gli iter del vissuto, dove ne esprime apertamente la visione e dove amore come chiave per abbattere quei muri che inconsciamente costruiamo, quelle barriere invisibili che ci ingabbiano e ci impediscono di concederci all’altro in maniera totale, senza riserve.

Amore e partecipazione (cit. Giorgio Gaber) come mezzo per superare i limiti, per esprimere l’essenza, per contenere la follia e far esplodere i sentimenti. I brani vengono presentati come cerchi nell’acqua che si irradiano partendo da un punto centrale, creando un loop sonoro e un mood visivo, che spaziano nel profondo dei sentimenti ed emozioni che si perdono poi nel grande oceano del vivere.

I quindici brani che compongono questo lavoro nascono da ispirazioni raccolte per strada, centri commerciali, mercatini rionali, ascoltando i pensieri di persone incontrate anche casualmente.

Si va, dunque, dai primi amori oramai lontani nel tempo (“Imagination”), alla ricerca del significato nell’ascoltare un sogno (“Dream”), l’esprimere in versione un po’ dark, quando sarà il momento di andar via (“Time”), al brano ispirato dal viaggio di migranti attraverso le terre desolate del centro Africa per raggiungere il mare (“Kinshasa (Road to)”); troviamo anche una dedica al padre “musicista” (“Tempo Pieno Tempo”) e quello che narra la fine di un amore (“Fly Away”).

Inserita nell’album una preghiera religiosa di ispirazione rurale del XVII secolo di autore ignoto e in lingua siciliana: “Binidici Signuri”. Infine, anche brani che potrebbero definirsi come piene intime riflessioni: “ Positive Meditation”, “Crazy Days”, “E Poi”.

Tutte le composizioni riflettono nella loro totalità, la maschera che spesso indossiamo quando si affronta un futuro incerto con quei gesti simbolici tipo accendere un’altra sigaretta. Ma alla fine, rimangono solo i silenzi non ascoltati e una relativa ed apparente calma interiore, del resto come in un “sogno dentro il sogno” (cit. Edgard Allan Poe).

Oltre a strumenti convenzionali (piano, rhodes mk2, moog, dx7, arp 2600) vi sono sonorità strumentali non comuni quali il Mellotron, Didgeridoo, Igil Mongolo, Tabla, Basso Tuba, Duduk Armeno.

L’album è distribuito dalle principali piattaforme digitali: Apple Music, Deezer, Amazon, Google Play, I-Tunes e su Spotify per lo streaming.

Pubblicato il 31-01-2024

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