Quando arriva la primavera, e poi il periodo estivo, gli appassionati di corse ippiche, che in inverno vedono rallentare la loro più grande passione, risvegliano il loro istinto e iniziano a segnare sul calendario le date e le quote corse cavalli più interessanti della stagione.
Certo gli eventi non mancano: da Parigi a Melbourne passando per gli Stati Uniti e Londra. Gli ippodromi riprendono vita e gare di una ricchezza e storicità a volte davvero sbalorditive animano le grandi platee. Basti pensare al Royal Ascot, l’evento in assoluto più formale e conosciuto al mondo fondato dalla regina Anna d’Inghilterra e ospitato dalla famiglia reale ogni anno dal 1711.
Se tuttavia, spesso, viene dato ampio spazio agli eventi, le location e i ricchi montepremi messi in palio, capita che i veri protagonisti passino in secondo piano.
I cavalli che hanno fatto la storia degli ippodromi
Vedere un cavallo durante una gara è uno spettacolo che almeno una volta nella vita andrebbe vissuto: un’esibizione di rara bellezza e perfezione che prende vita grazie a stalloni purosangue di un’eleganza e potenza straordinaria. Solo per citarne alcuni ricordiamo, tra i più vincenti e famosi:
Nearco: cavallo italiano di razza purosangue inglese, campione di galoppo, tra il 1947 e il 1949 è stato al top nella lista degli stalloni. Imbattuto per ben 14 gare, venne ritirato dalle corse nel 1938 e fu venduto per la riproduzione all’allevamento di Beech House Stud in Newmarket, Regno Unito per £60.000 oro. Morto di cancro a 22 anni, la sua discendenza ha risuonato fino nel XXI secolo. Secondo l’ente statale France Galop, tutti i vincitori del Prix de l’Arc de Triomphe dal 1994 al 2009 sono nella linea di discendenza maschile di Nearco, di suo figlio Nasrullah, o del nipote Northern Dancer.
Ribot: è in assoluto il campione più forte di tutti i tempi, una sorta di erede naturale di Nearco. Cavalcato dal fantino Enrico Camici hanno riportato ben 16 vittorie consecutive, tra le quali due Arc de Triomphe e un’edizione delle King George and Queen Elizabeth stakes.
Grundy: fenomeno esploso nella metà degli anni Settanta e passato alla storia in quanto considerato da tutti gli addetti ai lavori il capostipite dei nuovi purosangue. Non ha mai conosciuto la sconfitta e ha vinto ben tre competizioni “classiche” (fra cui le King George VI and Queen Elizabeth Diamond Stakes) divenendo “The Champion Racehorse”.
Varenne: un mito italiano
Impossibile, pensando alla storia ippica del nostro paese, non nominare Varenne: che si sia o meno appassionati di corse ippiche, infatti, non si può non aver sentito questo nome almeno una volta. Figlio dello stallone americano Waikiki Beach e della fattrice italiana Ialmaz, Varenne venne guidato per tutta la carriera dal driver romano Giampaolo Minnucci (eccetto rarissime occasioni in cui non gli fu possibile): impressionò fortemente gli appassionati e gli esperti di ippica imponendosi con straordinaria autorevolezza nelle corse più prestigiose del calendario italiano e internazionale e il suo nome ebbe ampio risalto nella stampa nazionale ed internazionale più o meno specializzata nel settore.
Nel 2002 Varenne viene consacrato come il trottatore più ricco e più veloce di tutti i tempi. Si tratte dell’unico cavallo nella storia dell’ippica mondiale ad aver vinto il titolo di “Cavallo dell’anno” in tre differenti Stati (Italia 2000, 2001, 2002; Francia 2001 e 2002; Stati Uniti 2001), ed anche l’unico trottatore ad aver vinto le corse più importanti del mondo nello stesso anno (2001).