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PIGNATARO. Pentito morto in carcere, la compagna: “Lo hanno suicidato”

PIGNATARO MAGGIORE. E’ stata disposta l’autopsia su Giuseppe Pettrone, il pentito del clan Lubrano che si è suicidato nella cella carcere di Sollicciano. Intanto la compagna del collaboratore ha parlato al giornale “La Nazione”. La donna, pugliese d’origine ma da decenni trapiantata nel Parmense, concorda sul fatto che negli ultimi tempi l’uomo era molto prostrato. Dal 6 marzo non le era stato più possibile visitarlo per via dell’emergenza Covid 19. “Aveva anche problemi di salute, si era ammalato – ha detto – . Era nel braccio riservato ai collaboratori di giustizia. Però aveva timore, aveva chiesto di essere trasferito a Vasto, oppure alla Dogaia di Prato. Io credo che l’abbiano suicidato: sapeva troppe cose…”. “I suoi timori, forti, per la sua vita – ha raccontato – sono ricominciati quando dalla casa lavoro a Modena dovette andare, a novembre a Parma per testimoniare in videoconferenza. Incrociò un certo detenuto, mi disse di aver avuto paura. A gennaio lo portarono a Sollicciano. Stava presso di me. In estate doveva andare a Napoli a deporre, aveva un buon rapporto con gli ispettori di scorta ai processi. Non era vero che non volevo più che restasse a casa mia, né che di notte andasse a giocare nelle sale. Per un oltre mese lavorò con me, sveglia alle 3,30, per andare a fare le pulizie”, ha concluso la donna.

Pubblicato il 27-06-2020

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