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Usura ed estorsione: arrestato un 60enne di Caianello, nei guai 46enne di Teano. La vittima è di Raviscanina

TEANO. I Carabinieri della Compagnia di Piedimonte Matese, nella mattinata odierna, hanno dato esecuzione nei Comuni di Valle Agricola (CE), Teano (CE) e Caianello (CE), alla misura cautelare personale, emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di D’ARIA Bivio Luigi di Caianello (cl.’59, agli arresti domiciliari) e RENDINA Andrea di Teano (cl.73, divieto di dimora nella provincia di Caserta), per i reati di usura ed estorsione. II provvedimento restrittivo si fonda su un grave compendio indiziario raccolto su delega di questa Procura, dai Carabinieri di Ailano, attraverso numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento, nonché con costante attività tecnica (intercettazioni telefoniche). Le indagini nascevano dalla denuncia della persona offesa per fatti di usura, nell’agosto del 2017. Venivano immediatamente attivate le attività investigative, che si sviluppavano dall’agosto del 2017 sino alla primavera del 2018. Le indagini consentivano di ricostruire la fondatezza delle denunce della persona offesa, alla quale i medesimi indagati avevano prestato decine di migliaia di Euro, ottenendo in cambio la promessa della corresponsione del capitale e degli interessi usurai.

La vittima, spinta dalla disperazione per la condizione di sovra-indebitamento nella quale si era venuta a trovare, si era rivolta agli indagati, ritenendo che si trattasse di “amici”, che, condividendo una situazione di difficoltà temporanea, lo volevano sostenere economicamente; solo successivamente, la vittima aveva modo di comprendere di trovarsi al cospetto di veri e propri “usurai”. E, infatti, le indagini consentivano di appurare come gli indagati non avessero esitato, alla scadenza dei termini fissati per il pagamento dei ratei usurai, a minacciare la vittima per conseguire le somme di denaro promesse. Di fronte alla serietà e gravita delle minacce ed alla sottrazione di alcuni beni alla vittima stessa, questa decideva di rivolgersi ai Carabinieri ed alla Procura, riuscendo in tal modo a sottrarsi ad ulteriori atti di minaccia e di “espropriazione” di ulteriori beni, essendosi convinta del fatto che dal vorticoso e infernale giro dell’usura bisognava sottrarrsi, affidandosi alle autorità investigative e giudiziarie, potendo, in tal modo, accedere ai benefici previsti dalle legge anti-racket e antiusura.

Pubblicato il 22-05-2019

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