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Alla scoperta della natura casertana

Natura e rifiuti nel Casertano. L’antropizzazione sproporzionata non ferma l’avanzata dei cicli naturali nella “Terra di Lavoro”. La presenza di animali e la loro crescita numerica sembrerghiandaiaebbe dimostrare un miglioramento delle condizioni ambientali di alcuni siti famosi per la presenza di fauna. Non tutti sanno che a Caserta, infatti, nidifica la Cicogna, che lungo le coste domitiane, a pochi metri dalla riva, “naviga” la tartaruga Caretta caretta (quest’ultima nel 2002 e nel 2010 ha scelto le spiagge di Baia Domizia per far nascere i suoi piccoli) e così via.  La Caretta caretta,  per il suo intrinseco valore biologico e per essere una buona indicatrice dello stress ambientale, è un’ottima “specie bandiera” in grado di attrarre l’opinione pubblica sulle tematiaaache di conservazione degli ecosistemi marini. La bellezza che la natura casertana offre spesso ci meraviglia forse proprio perché non immaginiamo di trovare vita se vi è la presenza fissa di cumuli di rifiuti che “imbrattano” il tutto. Ho scelto questo strano connubio per intraprendere con voi lettori quello che spero sia un percorso di scambio culturale e un arricchimento riguardo le nostre terre. Giugno è il periodo ideale per parlare di animali, un esplosione di vita, non vi è ora del giorno e della notte in cui non si sente la viva Natura. Dai rapaci notturni quali il piccolo Assiolo arrivato dall’Africa al Barbagianni fino alle rondini e ai balestrucci che sfrecciano dinanzi le nostre auto, i casertani non umani abitano con noi. Di questa convivenza è giusto parlare per trarne il miglior vantaggio per tutti. Le rondini ad esempio svolgono un ruolo importante, si nutrono di insetti dannosi all’agricoltura e delle zanzare. Sono indicatori della salute dei nostri luoghi, l’abuso di pesticidi usati sulle piante ne provoca la morte per bioaccumulo. Paradossalmente gli insetti riescono a immunizzarsi ai pesticidi e i loro predatori no. Lo stesso vale per l’alter ego delle rondini, il pipistrello. Ma di quest’ultimo vorrei parlare un’altra volta. Ne ho soccorsi e liberato a decine, animali tutt’altro che portatori di sventura. Ma torniamo a noi. Rondini, balestrucci, rondoni e topini sono il segno tangibile della primavera. Ma quello che trovo affascinante è la presenza di animali quali la Cicogna o le Emys orbicularis, le uniche tartarughe palustri in Europa.  Le cicogne, veleggiatori che intraprendono lunghi viaggi per nidificare dove? A Caserta. E precisamente a Brezza, Cancello ed Arnone e Marcianise. In questo periodo è possibile intravedere i pulcini che allungano i loro colli alla presenza dei genitori. Hanno scelto tralicci abbandonati, situati nei pressi di stagni o corsi d’acqua per trovare cibo. Per non parlare della Garzaia sull’Agnena. Un piccolo paradiso dove è possibile vedere Aironi, Nitticore, Sgarze ciuffetto e, l’anno scorso, anche 3 coppie di Mignattai. E sotto di loro la verde acqua del canale. Sulle poche dune rimaste, con un po’ di pazienza si possono ammirare i Fratini e i loro nidi. Abituiamoci a questi antipodi, e speriamo in un cambiamento. Magari promettendoci di far parte del cambiamento stesso. Parleremo in seguito di amianto, roghi e cemento. Per ora ci godiamo gli arcobaleni piumati ambulanti delle Ghiandaie marine e dei Gruccioni presenti sulle nostre coste.

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Pubblicato il 15-06-2015

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