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Cecoro: “Nel Decreto Cura Italia nessuna misura per i liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza private”

CASERTA. “Si sta attuando nei confronti dei liberi professionisti iscritti alle casse una discriminazione inaccettabile. Il “Decreto cura Italia” non prende minimante in considerazione questa categoria di professionisti e la misura di sostegno al reddito che, attraverso il “Fondo per il reddito di ultima istanza”, prevede uno stanziamento di 300 milioni per il 2020 non penso sia una soluzione adatta, nè tantomeno sufficiente.

Occorrono nuove misure straordinarie di sostegno al reddito anche per questa categoria di professionisti ormai dimenticata da tutti.

I liberi professionisti dimenticati dal “Decreto Cura Italia” non stanno chiedendo un semplice palliativo al governo ne tantomeno l’elemosina, vogliono solo che vengano messe in campo tutte le misure necessarie per cercare coprire i mancati incassi dovuti all’emergenza sanitaria del covid-19”, continua il presidente degli architetti di Terra di Lavoro.

“Si potrebbe partire: dall’introduzione, per i liberi professionisti iscritti alle casse private con utili al di sotto dei 30.000, di un reddito di emergenza di 500 euro al mese per tutto il 2020; dalla reintroduzione delle tariffe minime professionali, a garanzia di pagamenti dignitosi e proporzionali al lavoro; dall’annullamento temporaneo delle tasse fino a 30.000 euro di utili; dalla sospensione delle fatture emesse e non pagate ad oggi, da un piano di investimenti di rilancio delle opere pubbliche.

In varie occasioni di emergenza (calamità naturali, eventi tellurici, etc), lo Stato Italiano si è rivolto alle nostre figure professionali, singolarmente o attraverso i nostri organismi ordinistici e noi abbiamo risposto operando con grande competenza e professionalità, rendendo un qualificato servizio di pubblica utilità.

Ora siamo noi che chiediamo al Governo di fare uno sforzo, devono venirci incontro e comprendere che l’intera categoria sta attraversando un momento molto difficile con il rischio di un collasso se non si interviene prontamente”, conclude Cecoro.

 

Pubblicato il 18-03-2020

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