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Raccolta firme contro l'invasione dell'olio di palma

Oltre 150 mila persone hanno firmato la petizione per limitare l’invasione dell’olio di palma nei prodotti alimentari. Il traguardo è stato raggiunto dopo sette mesi. In questo periodo si è spiegato che continuare ad assumere cibi che contengono olio di palma è una scelta che porta a conseguenze gravi per la salute. L’ulteriore conferma arriva da uno studio italiano: l’olio di palma, dicono le Università di Bari, Padova e Pisa, in collaborazione con la Società Italiana di Diabetologia, è in grado di distruggere le cellule del pancreas che producono l’insulina. Conseguenza: l’olio di palma provoca danni irreversibili, tra questi, oltre ai già dimostrati danni a carico del sistema cardiovascolare, il diabete mellito. Assumere, anche inconsapevolmente, grandi quantità di questo grasso saturo non è poi così difficile. Soprattutto per i bambini. L’olio di palma è infatti contenuto in molti prodotti della prima colazione, biscotti (anche quelli della prima infanzia), merendine e nel latte artificiale bevuto dai 0 ai 12 mesi. La lunga disputa sull’olio di palma ha coinvolto anche le più importanti associazioni impegnate nella difesa dell’ambiente, dal WWF a Greenpeace. Perché l’olio di palma non è solo dannoso per la salute, ma anche per l’ambiente in quanto per produrlo si distruggono intere foreste tropicali, riportando danni alla flora e alla fauna, infatti in Indonesia vivono oranghi, elefanti, tigri e rinoceronti a cui pian piano viene sottratto spazio vitale. Tanto che degli stessi animali in dieci anni solo rimasti solo a poche centinaia di esemplari. Così 50 anni fa il territorio dell’Isola di Sumatra era ricoperto per l’82 per cento di foreste. Nel ’95 la percentuale era scesa già al ’52 per cento e si pensa che si azzererà entro il 2020. Con la petizione si è cercato di sensibilizzare  le aziende, le catene di supermercati e la popolazione, affinchè smettano di produrre e comprare prodotti con olio di palma. La conferma di questo nuovo comportamento è arrivata da uno dei più importanti produttori di biscotti che ha detto  “I consumatori non vogliono più il palma. Il messaggio è passato e non si torna più indietro. Noi stiamo cambiando le ricette”. Anche 15 catene di supermercati hanno deciso di abbandonare progressivamente il grasso tropicale, tra cui Misura e Gentilini. Invece aziende come Barilla, Ferrero e Plasmon si arrampicano sugli specchi per convincere i consumatori che l’olio di palma fa bene, e non distrugge le foreste, ma poi annunciano una riduzione nelle ricette. Ferrero che è stata tra le prime a scoprire quest’olio, tanto da utilizzarlo come uno degli ingredienti principali della Nutella, ha da poco lanciato sul mercato una nuova merendina che usa solo olio di girasole (Kinder Brioss Frutta), ma tutte le altre contengono l’olio di palma. Tra qualche mese ci sarà un documento firmato dal CraNut (ex Inran) sul problema dell’olio di palma. Aspettiamo con interesse il dossier e confidiamo che il gruppo di esperti incaricati non comprenda ricercatori o nutrizionisti che hanno o hanno avuto in un recente passato generosi contratti di consulenza con la lobby degli industriali.

Firma anche tu la petizione contro l’uso dell’olio di palma: https://www.change.org/p/stop-all-invasione-dell-olio-di-palma

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Pubblicato il 18-06-2015

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